Il pellegrinaggio è la forma più antica di religiosità, conosciuta e praticata sia presso i popoli cristiani che tra quelli di altre religioni. Per la chiesa è un mezzo particolarmente valido di promozione umana e di evangelizzazione anche per il forte richiamo che esso esercita sui non praticanti.
(Opera dei Pellegrinaggi...)
Cammino della Verna | Città del Cammino | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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LA VIA ROMEA ........ ASSISI - ROMA - LE 14 Tappe
DA ASSISI A PIEDILUCO
Il nostro Cammino inizia in Umbria: sono le prime tappe del cammino compiuto da San Francesco per diffondere il suo ordine. Assisi, città di San Francesco per eccellenza, il suo luogo di nascita in cui ogni angolo ed ogni piazza è segno della sua vicenda umana e spirituale.
Secondo la tradizione qui San Francesco è nato nel 1181 nel luogo in cui oggi sorge l’oratorio di San Francesco Piccolino, non lontano dalla chiesa Nuova edificata sul luogo dove si ritiene si ergesse la casa paterna. Qui Francesco visse la sua gioventù ed i primi contrasti con il padre. Nella piazza di fronte al Palazzo vescovile, Francesco rinunciò pubblicamente ai suoi beni. Nella Cattedrale di S. Rufino tenne le sue prime prediche ed incontrò Chiara che lo seguì per poi fondare l’ordine delle Clarisse. La Basilica- magnifica opera dell’architettura e dell’arte medievale - conserva le spoglie mortali di San Francesco ed è la chiesa madre dell’ordine francescano. Poco distante dal centro storico il nostro cammino conduce all’Eremo delle Carceri, dove il santo amava ritirarsi in preghiera, e la chiesa di San Damiano, in cui San Francesco sentì di fronte al Crocefisso di S. Damiano la chiamata a riedificare la Chiesa ormai in rovina e accolse Chiara insieme alle prime sue compagne. Tra i boschi nelle vicinanze, si trova il celebre leccio sotto il quale, secondo la tradizione, San Francesco amava predicare.
Il nostro cammino prosegue poi per Foligno, dove Francesco giunse nel 1205 per vendere le stoffe dei proprietà della sua famiglia e dove tornò più volte durante la sua opera di predicazione. Importanti luoghi della spiritualità francescana sono la chiesa dedicata a San Francesco ed i monasteri di Santa Lucia e Santa Caterina fondati dalle clarisse. Il cammino prosegue poi per Trevi, il Monastero della Madonna delle Lacrime, Poreta e Spoletonel cuore dell’Umbria. Spoleto rappresenta uno dei luoghi più importanti della memoria del santo: è qui che San Francesco fece quel sogno che sconvolse i suoi proposito, è qui che decise di non seguire più il progetto di diventare Cavaliere. Nella cappella delle reliquie del Duomo è custodita la lettera autografa di San Francesco a frate Leone. Proseguiamo attraverso lo spettacolare Ponte delle Torri. Il nostro cammino attraverserà poi il Bosco sacro di Monteluco, luogo scelto per le preghiera eremitica sin dal V secolo: qui Francesco ottenne una piccola chiesa in cui ritirarsi in preghiera ed in solitudine. Oggi possiamo visitare il celebre santuario dedicato a San Francesco e Santa Caterina, che custodisce le piccole celle del 1218 e la pietra che S. Francesco utilizzava come giaciglio. Giungiamo quindi a Ceselli e attraverso la valle del fiume Nera, arriviamo a Ferentillo: la storia di questo piccolo centro è fortemente legata alla abbazia di S. Pietro in valle posta nelle vicinanza. Passando per Ceselli e per Arrone, raggiungeremo lo spettacolari Cascate delle Marmore. Il nostro cammino prosegue poi per Piediluco, con la Chiesa di S. Francesco, edificata tra la fine del XIII sec. ed il 1338 a ricordo della visita del santo avvenuta nel 1217, dal 1999 la chiesa è santuario francescano.
Da Piediluco il nostro cammino prosegue verso la Valle Reatina.
DA PIEDILUCO A RIETI
La Valle reatina è da sempre territorio in cui culture e civiltà differenti si sono intrecciate. La sua storia è legata ai popoli sabini , che hanno reso questa terra lo scenario di antichi miti e leggende. Anche i romani hanno qui lasciato la loro impronta inconfondibile: lungo il cammino incontreremo anche i resti delle grandi ville rustiche, cuore della produzione agricola dell’antichità. L’opera degli ordini monastici fu fondamentale per questa zona, per lo sviluppo economico e per la salvaguardia del patrimonio culturale.
San Francesco fece di questo territorio uno dei suoi luoghi elettivi e da allora la splendida pianura nel territorio reatino fu chiamata “Valle Santa”. Qui avvennero tre eventi fondamentali della vita del santo: scrisse la regola definitiva dell’ordine, probabilmente il cantico delle Creature e desiderò la realizzazione del primo presepio della cristianità.
Le emergenze più importanti del nostro primo tratto di cammino nella valle reatina sono rappresentate dal Convento di Poggio Bustone , dal Sacro Speco e dal Santuario della Foresta.
Poggio Bustone è chiamato il “paese del buon giorno” a ricordo del saluto di San Francesco ai suoi abitanti: “Buon giorno buona gente”, così esordì, quando arrivò per la prima volta nella valle reatina (1208). Qui, si racconta che Francesco – attraverso una visione - ebbe la certezza della crescita dell’Ordine. A ricordo dell’evento, oggi sul luogo sorge una piccola cappella. Il Convento di Poggio Bustone fu fondato nel 1235. Attraverso un sentiero il nostra cammino raggiunge il “romitorio superiore”, il Sacro Speco, la grotta in cui San Francesco si ritirava per pregare.
Proseguiamo poi per il santuario di S. Maria della Foresta a Rieti, dove Francesco giunse nel 1225 per ricevere una cura per gli occhi e fu ospitato nella piccola chiesa di S. Fabiano. Il Santuario de la Foresta è un luogo indimenticabile circondato da boschi di querce e di castagni. Nelle vicinanza si trova la grotta nella quale, secondo alcuni studiosi, Francesco compose una parte del Cantico delle creature.
Proseguendo, raggiungiamo poi Rieti con la Chiesa cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta edificata nel VI sec.: qui nei secoli ebbero luogo santificazioni e incoronazioni regali. La chiesa ed il convento di San Francesco furono edificati nel XIII sec. in un’area che allora era posta appena fuori il tessuto urbano sul Velino. Nella tipica architettura dell’ordine francescano, la chiesa è a navata unica con tra cappelle dedicate a S. Bernardino e S. Francesco, all’Immacolata Concezione e a S. Antonio da Padova, venerato in modo particolare in questa città.
DA RIETI A ROMA
L’ultimo tratto del cammino parte dalla statua bronzea di san Francesco nella piazza Vittori di Rieti per poi proseguire nel territorio sabino. Prima tappa importante il santuario di Fontecolombo: qui nel 1223 Francesco dettò la Regola bullata a Frate Leone. Secondo la tradizione deve il suo nome alla volontà stessa di San Francesco che desiderava che in questo luogo i suoi fratelli potessero dissetare il proprio spirito. Celebri la grotta, la Cappella con gli affreschi del XII sec. ed il dipinto del Tau.
Il nostro cammino raggiunge poi il Santuario di Greccio, in cui Francesco nel 1223 istituì la tradizione del Presepe in una grotta, per rievocare la nascita di Cristo e diffondere un grande messaggio di pace. Dalla cappella si accede al nucleo più antico con il refettorio, la cella e l’oratorio di San Bonaventura. E’ presente nel Santuario un ritratto di San Francesco considerato uno dei più corrispondenti ai suoi tratti reali.
Il paesaggio dei boschi di cerro e querce lascia il posto agli uliveti che ricoprono come un manto color argento le colline. Arriviamo quindi al borgo medievale di Poggio San Lorenzo. Attraverso Ponticelli in Sabina con il celebre castello Orsini, arriveremo poi a Montelibretti dominato da Palazzo Barberini, per giungere infine a Moricone con il Palazzo Baronale ed il castello. Ci troveremo poi a percorrere la via Maremmana inferiore, antica via di transumanza, per giungere infine a Palombara Sabina, nello splendido scenario del Parco Naturale dei Monti Lucretili. Degna di nota è l’Abbazia romanica di San Giovanni in Argentella, nei secoli passati importante monastero benedettino, così chiamato per il paesaggio circostante ricco di torrenti che al sole risplendevano come fossero argento. Proseguiamo poi per il Parco della Marcigliana per raggiungere infine Roma.
Oltre alla guida ufficiale sono disponibili in commercio altre pubblicazioni, tra cui citiamo le principali:
Tappe della Via Francigena "Classsica": VF - 01 - Dal Gran S. Bernardo a Echevennoz Storia e tappe della Francigena La Via Francigena, anticamente chiamata Via Francesca o Romea e detta talvolta anche Franchigena, è il percorso di un pellegrinaggio che da Canterbury portava a Roma e costituiva una delle più importanti vie di comunicazione europee in epoca medioevale. Il pellegrinaggio a Roma, in visita alla tomba dell'apostolo Pietro era nel medioevo una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela. Per questo l'Italia era percorsa continuamente da pellegrini di ogni parte d'Europa diretti a Roma. Nella maggior parte dei casi i pellegrini seguivano le Strade consolari romane. I pellegrini provenienti soprattutto dalla Francia cominciarono ad entrare in Italia dal passo del Monginevro, dando così alla strada che da lì arrivava a Roma il nome di Francigena, cioè dei francesi. La via prese quindi a far parte di quella vasta rete di strade e percorsi che segnava l'Europa di pellegrinaggio e che univa tutti i maggiori luoghi di spiritualità del tempo. La presenza di questi percorsi, con la grande quantità di persone provenienti da culture anche molto diverse tra loro, ha permesso un eccezionale passaggio di segni, emblemi, culture e linguaggi dell'Occidente Cristiano. Ancora oggi sono rintracciabili sul territorio le memorie di questo passaggio che ha strutturato profondamente le forme insediative e le tradizioni dei luoghi attraversati. Un passaggio continuo che ha permesso alle diverse culture europee di comunicare e di venire in contatto, forgiando la base culturale, artistica, economica e politica dell'Europa Moderna; È nota la frase del poeta Goethe secondo cui la coscienza d'Europa è nata sulle vie di pellegrinaggio. L'itinerario di Sigerico La relazione di viaggio più antica risale al 990 ed è compiuta da Sigerico, arcivescovo di Canterbury di ritorno da Roma dove ha ricevuto il Pallio dalle mani del Papa. L'arcivescovo inglese descrive le 79 tappe del suo itinerario verso Canterbury, annotandole in un diario. La descrizione del percorso è assai precisa anche per ciò che riguarda i punti di sosta (Mansio). Le informazioni contenute nella cronaca di Sigerico, così come quelle del diario di Nikolas da Munkathvera, partito dalla lontana Thule sono molto utili per stabilire quale fosse il tracciato originario della Francigena. Il testo originario della cronaca recita: « Adventus archiespiscopi nostri Sigeric ad Romam : primitus ad limitem beati Petri apostoli : deinde ad Sanctam Mariarn scolarn Anglorum: ad Sanctum Laurentium in craticula : ad Sanctum Valentinum in ponte Molui : ad Sanctam Agnes : ad Sanctum Laurentium foris murum : ad Sanctum Sebastianum : ad Sanctum Anastasium : ad Sanctum Paulum : ad Sanctum Bonefatium : ad Sanctam Savinam : ad Sanctam Mariam scolam Graecarn : ad Sanctam Ceciliam : ad Sanctum Crisogonum : ad Sanctam Mariam Transtyberi : ad Sanctum Pancratium. Deinde reversi sunt in domum. Mane ad Sanctam Mariam rotundam : ad sanctos apostolos : ad Sanctus Johannes in Laterane. Inde reficimus cum domini apostolico Johanno : deinde ad Jerusalem : ad Sanctam Mariam majorem : ad Sanctum Petrum ad Vincula : ad Sanctum Laurentium ubi corpus ejus assatus fuit. Iste sunt submansiones de Roma usque ad mare. I Urbs Roma. Il Johannis VIIII. III Bacane. IlIl Suteria. V Furcari. VI Sce Valentine. VII Sce Flaviane. VIII Sca Cristina. IX Aquapendente. X Sce Petir in Pail. XI Abricula. XII Sce Quiric. XIII Turreiner. XIV Arbia. XV Seocine. XVI Burgenove. XVII Aelse. XVIII Sce Martin in Fosse. XIX Sce Gemiane. XX Sce Maria Glan. XXI Sce Peter Currant. XXII Sce Dionisii. XXIII Arne Blanca. XXIII Aqua Nigra. XXV Forcri. XXVI Luca. XXVII Campmaior. XXVIII –Luna. XXIX Sce Stephane. XXX Aguilla. XXXI Puntremel. XXXII Sce Benedicte. XXXIII Sce Moderanne. XXXIV Philemangenur. XXXV Metane. XXXVI Sce Domnine. XXXVII Floricum. XXXVIII Placentia. XXXIX Sce Andrea. XL Sce Cristine. XLI Pamphica. XLII Tremel. XLIII Vercel. XLIV Sca Agath. XLV Everi. XLVI Publei. XLVII Agusta. XLVIII Sce Remei. XLIX Petrecastel. L Ursiores. LI Sce Maurici. LII Burbulei. LIII Vivaec. LIV Losanna. LV Urba. LVI Antifern. LVII Punterlin. LVIII Nos. LIX Bysiceon. LX Cuscei. LXI Sefui. LXII Grenant. LXIII Oisma. LXIV Blaecuile. LXV Bar. LXVI Breone. LXVII Domaniant. LXVIII Funtaine. LXIX Chateluns. LXX Rems. LXXI Corbunei. LXXII Mundlothuin. LXXIII Martinwaeth. LXXIV Duin. LXXV Atherats. LXXVI Bruwaei. LXXVII Teranburh. LXXVIII Gisne. LXXX Sumeran.[2] » La Francigena non era propriamente una via ma piuttosto un sistema viario con molte alternative. Tali varianti trovano unitarietà e ufficialità nel diario di viaggio di Sigerico. A partire dal 1994 la Via Francigena è stata dichiarata "Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa" assumendo, alla pari del Cammino di Santiago di Compostela, una dignità sovranazionale. Percorso Si sviluppa su di un percorso di 1.600 chilometri che parte da Canterbury, e arriva a Dover per attraversare la Manica; da Calais, passando per Reims, Besançon e Losanna si arriva alle Alpi che vengono passate al colle del Gran San Bernardo. Dalla Valle d'Aosta si scende a Vercelli, Pavia e si attraversano gli Appennini tra le province di Piacenza e Parma. Da Pontremoli si prosegue per Lucca, Porcari, Altopascio, Ponte a Cappiano, Fucecchio, San Gimignano, Colle di Val d'Elsa, Poggibonsi, Siena, Viterbo per terminare a Roma. Delle settantanove località attraversate da Sigerico nell'itinerario originale, trentatré sono le città : Canterbury, Calais, Bruay, Arras, Reims, Châlons-sur-Marne, Bar-sur-Aube, Besançon, Pontarlier, Losanna, Gran San Bernardo, Aosta, Ivrea, Santhià, Vercelli, Pavia (deviazione per Bobbio), Piacenza, Fiorenzuola d'Arda, Fidenza, (deviazione per Parma), Fornovo di Taro, Pontremoli, Aulla, Luni, Lucca, Porcari, Altopascio, San Genesio, San Gimignano, Siena, San Quirico d'Orcia, Bolsena, Viterbo, Sutri, Roma. Sigerico impiegò 79 giorni a percorrere, perlopiù a piedi, tutti i 1.600 chilometri del tragitto. La percorrenza media di viaggio fu quindi di 20 km circa al giorno. Varianti Gli ostacoli naturali che i pellegrini ed i viandanti dovevano superare erano il canale della Manica, le Alpi e gli Appennini oltre che il fiume Po. Mentre per i primi due non esistevano molte alternative, per attraversare gli Appennini c'erano diverse possibilità. Anche per l'attraversamento del fiume Po potevano esistere problemi in caso di piena ma i punti attrezzati per il passaggio erano ben noti e conservati sempre attivi, infatti solitamente questi luoghi fungono anche da 'porto' per le imbarcazioni che trasportano merci. Un esempio è il fiume Lambro che al suo sbocco nel Po vedeva essere mantenuto un efficiente porto che i documenti dicono essere 'mediolanense' (milanese). Nel tratto della Via Francigena che porta dalla Pianura padana alla Toscana, si registravano diverse varianti di percorso che sfruttavano i vari valichi risalendo la val Trebbia e passando per Bobbio (via degli Abati), oppure la val di Taro o ancora altre valli minori. Studi recenti hanno messo in evidenza la via Francigena della Sambuca, variante che seguiva il corso del Reno fino a Porretta Terme e andava a Pistoia passando dall'antico castello di Sambuca Pistoiese e dal Passo della Collina. Un'altra variante appenninica a volte utilizzata era, almeno per alcuni tratti, la via Flaminia minor (fra Bologna e la Toscana). Una variante alpina della via Francigena attraversa le Alpi all'altezza della Val di Susa, e passa dall'abbazia di Novalesa e dall'abbazia di Sant'Antonio di Ranverso per raggiungere poi Torino e ricollegarsi con il tragitto principale. Più a sud, dopo la morte di San Francesco e la sua elevazione agli altari, molti pellegrini deviavano dall'antico percorso per visitare Assisi. La Francigena oggi Dopo la riscoperta, avvenuta negli anni Settanta, del Cammino di Santiago, ci si rese conto che anche in Italia esisteva un simile percorso di pellegrinaggio, la via Francigena. Come era successo per il camino spagnolo, anche il percorso della Francigena giaceva quasi interamente sotto l'asfalto delle autostrade e delle statali che, col tempo, avevano ricalcato il tracciato di quelle che già erano state le strade principali del medioevo e dell'età romana. L'interesse, dapprima limitato agli studiosi, poi estesosi a molti che, dopo aver percorso il Cammino di Santiago, desideravano arrivare a Roma a piedi, così come era possibile arrivare a Santiago di Compostela in Spagna, ha fatto nascere una rete di amanti della Francigena che, con vernice e pennello, hanno cominciato a segnare sentieri e percorsi. Dove possibile si è cercato di recuperare il tracciato originario, ma a volte si è scelto di deviare dal percorso storico in favore di sentieri e strade meno trafficate. Constatando il sempre maggiore interesse per il Cammino di Santiago, è oggi chiaro che anche la Francigena è un tesoro dal punto di vista turistico, e se questo ha portato le amministrazioni pubbliche a prendere coscienza dell'importanza del fenomeno ha anche portato alcuni ad approfittarsi, ad esempio deviando il percorso pur di farlo passare nei pressi di quel bar o di quell'altro ristorante. Nonostante questo, grazie anche ad un certo interesse mediatico, come ad esempio una serie radiofonica di Rai Radio Tre dedicata alla Francigena,[4] documentari, e la pubblicazione di alcune guide è sempre maggiore il numero di persone che, per motivi religiosi o meno, percorre zaino in spalla l'antico percorso. Nonostante le buone intenzioni di alcune amministrazioni comunali però, il percorso della Francigena a piedi in Italia non è decollato come nel caso del Cammino di Santiago in Spagna, soprattutto per la mancanza di strutture ricettive a buon prezzo dislocate a distanze regolari tra le tappe del percorso, rendendo di fatto la via percorribile solo per alcuni tratti. Cammino di Santiago e di Assisi - gemellati Al più antico e conosciuto Cammino di Santiago si affianca così questa nuova opportunità di pellegrinaggio in uno splendido scenario naturale italiano, che germoglia sotto l’egida di due grandissimi santi come Francesco e Antonio per ravvivare la fiamma di“quell’amore che move il sole e l’altre stelle” che ogni uomo quasi inconsapevolmente porta in sè. Proprio nel mese di luglio (2007), gli amministratori di Santiago e di Assisi hanno ritenuto di gemellare queste due cittadine per le comuni affinità culturali e spirituali, rinverdendo così il fondamento del pellegrinaggio come vera fonte di “nuova” evangelizzazione Tratto da Wikipedia Home |
.Incontro di Francesco con Antonio "Al fratello Antonio, mio vescovo, auguro salute. Approvo che tu insegni teologia ai frati, purché, a motivo di tale studio,tu non smorzi lo spirito della santa orazione e devozione, come è ordinato nella Regola. Sta sano". Frà Francisco Link: Vita e opera di Antonio . Qui, in terra, l'occhio dell'anima è l'amore, il solo valido a superare ogni velo. Dove l'intelletto s'arresta, procede l'amore che con il suo calore porta all'unione con Dio." - Sant'Antonio di Padova, Sermones |